LE DINAMICHE ENERGETICHE NEI LUOGHI DI POTERE
Sono ormai diversi decenni che un sempre crescente numero di persone è alla ricerca di quello che viene definito, in maniera un po’ generalista, il “mondo delle energie”. Altri sono invece alla ricerca di quegli spazi che custodiscono nefaste presenze, ma pur sempre di sostanza eterea generata da terribili avvenimenti accaduti nel passato, come in certi rinomati manieri medioevali. Oppure, se le energie ricercate appartengono alla sfera spirituale, al mondo interiore, sono moltissimi gli individui che si confrontano con religioni e credo diversi da quelli di origine, piuttosto che con sette più o meno esoteriche. Praticando anche diverse “tecniche alternative” come Reiki, Yoga, Costellazioni familiari, Shiatsu, Theta Healing, Pranayama, e infi nte altre, alcune fondate su consolidate e comprovate tradizioni millenarie, altre nuove interpretazioni delle prime. L’interesse verso questa dimensione avviene anche da un punto di vista terapeutico, dove al classico metodo allopatico, cioè che cura i sintomi, viene ormai affiancato o addirittura sostituito un approccio olistico, ovvero un sistema che tiene conto dell’individuo nella sua totalità, anche energetico-vibratoria, andando cioè a svelare le disarmonie che generano la patologia. Questo modo di considerare l’essere umano non è altro che la riscoperta dell’antica tradizione curativo-esoterica dei popoli nativi.
È risaputo come all’interno delle società primitive vi fosse sempre la fi gura importante di un guaritore in grado di utilizzare il rimedio più appropriato. Questi personaggi non erano solo terapeuti del corpo, ma spesso e volentieri erano veri e propri sacerdoti capaci di comprendere anche i disagi dell’anima e trovare per essi la giusta soluzione. È dimostrato come alcuni luoghi venissero, e vengono tuttora, considerati sacri in funzione delle loro qualità terapeutiche e di guarigione. Gli stessi luoghi dove nell’antichità lo stregone-sciamano conduceva i suoi pazienti per sanarli, magari attraverso un sonno indotto o per ricevere egli stesso le giuste indicazioni per farlo. Questi “luoghi di potere” esercitano sull’uomo un enorme fascino e lo attraggono magneticamente, proprio perché possiedono caratteristiche energetiche uniche, non facili da comprendere, ma che sono percepite soprattutto a livello inconscio. Grazie alle tecniche di rilevamento, antiche e moderne, è possibile comprendere qual sia la loro funzione e come l’essere umano possa relazionarsi correttamente con essi. Quando ci si avvicina a quegli spazi della terra destinati dagli eventi a rappresentare la sfera religiosa e spirituale o si entra in contatto con quei luoghi in cui i fatti storici hanno lasciato impronte indelebili nella memoria collettiva, è indispensabile fare ricorso anche alle innate capacità extrasensoriali insite, in modo più o meno attivo, in ognuno di noi. Qualità che possono emergere solo mantenendo un atteggiamento umile e rispettoso, praticando il silenzio interiore e lasciando da parte le classiche aspettative che solitamente l’uomo moderno frappone fra se e il creato. Le sensazioni che colgono l’essere in questi luoghi, “lavorano” oltre che sul fi sico, sulla parte emozionale e su quella psichica e necessariamente richiedono una decifrazione e una comprensione guidata, meglio se da parte di esperti addetti ai lavori. È infatti logico pensare come in questo campo di azione, in cui l’uomo comune non sa districarsi, apparendo ai suoi occhi molto “magico” e misterioso, la giusta chiave sia la comprensione dell’alchimia tra lo spirito e la materia, tra la razionalità scientifi ca e la tradizione spirituale ed esoterica. Esistono, infatti, ambiti della conoscenza umana in cui ancora non è possibile utilizzare la razionalità e l’approccio materialista per svelarne le dinamiche e probabilmente mai lo sarà. Parliamo, appunto, di quello che le popolazioni native d’America, ma non solo, chiamavano il Grande Mistero, in cui è compreso anche il senso stesso della nostra esistenza.
Le ragioni che ci dirigono a visitare questi posti sono inconsciamente dovute allo stesso motivo, anche se ce ne diamo motivazioni differenti: la ricerca nei luoghi di parti interiori, che non conosciamo e vogliamo rivelare e necessariamente risvegliare. Su un piano cosciente invece veniamo piuttosto spinti dalla curiosità, dall’interesse storico e artistico quand’anche dalla pura ricerca della bellezza. Ma la ragione primordia le che spinge l’umana creatura a muoversi, quando non è per procacciarsi del cibo, è abitualmente la ricerca. Lo scopo primario è conoscere, fare esperienza e relazionarsi con territori e ambiti sconosciuti che poi diventano il nostro patrimonio, le nostre relazioni e i fili che ci legano alla terra, entrando nel nostro corpo e modifi candolo sostanzialmente, proprio nella sua sostanza. Visitare un castello, una chiesa, un antico sito dolmenico può diventare un vero atto sacro, un pellegrinaggio devozionale, anche se inizialmente e mentalmente, non sono quelle le ragioni che ci spingono a compiere quel gesto. Il contatto che avviene su un piano fisico verrà successivamente traslato dall’energia del luogo su un livello ulteriore. Sia il posto che le energie annesse agiranno sull’essere, anche grazie alla sua unicità relativa sul pianeta Terra e all’accumulo delle memorie psichiche e vibratorie dei fatti ivi accaduti. Quando desideriamo spingerci oltre, in cerca di quello che non conosciamo e che forse ci fa paura, una domanda basilare deve sortire: quali sono le intenzioni che ci spingono a farlo, perché? Il richiamo che attua su di noi un certo sito non è altro che il nostro bisogno inconscio o meglio, il bisogno manifesto dell’anima di sentire una data frequenza, lavorare con lei, vibrare all’unisono e da questa interazione produrre frutti, cambiamenti, mutazioni. Molto semplice: i miracoli che avvengono in alcuni di questi luoghi sono la dimostrazione tangibile di come lo Spirito agisca, oltrepassando i piani della materia in quelli sottili ed energetici, modifi cando, se necessario, anche il nostro DNA e le guarigioni inspiegabili che avvengono nei santuari lo dimostrano. Ma banalmente un’intenzione può anche non esserlo, a un livello successivo, quando ci si pone da osservatori e ci si lascia fl uire con le cose. Allora in quel caso, se siamo disposti ad aprire incondizionatamente le porte della nostra percezione e ci abbandoniamo in fi ducia, il luogo ci parlerà e ci darà una sua personale chiave di lettura. Per farlo però è necessaria la quiete, quella interiore, dove si raccolgono i semi migliori.
L’ascolto di un luogo di Potere
L’uomo, già dalle ere più antiche, si è avvalso delle sue capacità medianiche e sensitive per individuare i punti della Terra che avessero delle caratteristiche particolari sotto il profilo energetico-vibrazionale. Ha fatto questo per poter stabilire un contatto con la Divinità e interagire con essa. Questa connessione, attivata poi attraverso i riti, la preghiera e la devozione, gli ha dato l’opportunità sia di relazionarsi ai cicli astrali e di conseguenza a quelli della natura, come per la semina, la germinazione, la maturazione e conservazione del raccolto, sia di elevarlo sul piano materiale e spirituale donandogli, in alcuni casi, la comprensione di questi cicli in relazione a quelli umani, esteriori e interiori. Non è certo possibile conoscere, in quanto non esistono libri o manoscritti che le descrivono, le modalità operative attraverso le quali i nostri antenati, vissuti in epoca neolitica o post neolitica, ricercavano, progettavano e costruivano i loro luoghi sacri come Stonehenge in Inghilterra o come molti altri siti meno conosciuti sparsi su tutto il territorio europeo. Laddove il destino o una forza generata da spiriti illuminati ha voluto preservare intatti i luoghi di potere, possiamo rilevare, valutare e comprendere la loro energia, la loro geometria costruttiva, il loro orientamento astronomico e con questi dati uniti al dialogo interiore con le forze spirituali presenti, carpirne lo scopo che li generò e la loro funzione, se attivati, sul territorio. Ciò avviene utilizzando tecniche di rilevamento medianico e sensitivo, tecniche che in buona parte sono giunte fino ai nostri giorni gelosamente custodite dalle classi sacerdotali per via orale. Segrete, in quanto la loro conoscenza era fondamentale per captare e utilizzare le potenti forze della Terra. Segrete perché centro del vero Potere. È quindi bene intendere in modo totale e senza fraintendimenti, talvolta mal celati sotto forma di chissà quale mistero “sangraliano”, aggiungere virgola che la comprensione della natura umana di popoli distanti da noi migliaia di anni e ciò che li spinse a edificare questi monumenti litici, può essere raggiunta solo immedesimandosi profondamente e in maniera totale nel loro vissuto. Le classi sacerdotali sono sempre state costituite da individui iniziati che, mediante le arti della radioestesia e della rabdomanzia erano e sono in grado di individuare con esattezza vene acquifere sotterranee e, nel caso di veri professionisti, di stabilirne il senso di scorrimento, la larghezza, la profondità e le qualità minerali ed energetiche. Queste tecniche oggi vengono unificate sotto la moderna terminologia di geobiologia e permettono quindi di rilevare, oltre all’acqua nel sottosuolo, anche le fonti naturali di emissione energetica come reticoli tellurici o cosmici, i luoghi consacrati, bande sacre e le linee energetiche proiettate sulla Terra dall’Universo.
Ne abbiamo testimonianza già nel neolitico dove Cromlech, Dolmen e Menhir si trovano proprio ubicati sopra punti d’intersezione di due o più corsi d’acqua sotterranei, compattazioni di linee e nodi Hartmann o Curry o su linee sincroniche. Enormi massi, che dovevano avere una composizione minerale differente dal luogo cui erano destinati pesanti centinaia di tonnellate, sono stati spostati, anche per molti chilometri, fino al punto topico di energia da dove avrebbero poi svolto, una volta attivati, la funzione di antenne ricetrasmittenti in grado di emettere energia. Inoltre, l’apprendistato, unito a un’attitudine medianica di nascita, dava la possibilità alla casta sacerdotale di relazionarsi anche con le energie polarizzate dei luoghi, cioè quel complesso caleidoscopio di vibrazioni e frequenze al quale i romani, tempo dopo, avrebbero dato il nome di Genius Loci, forze per gli antichi tanto reali quanto le pietre che con grande fatica spostavano. Con il trascorrere dei millenni si è poi passati dai templi all’aperto a costruzioni sempre più elaborate dove le parti artistico figurative e quelle architettoniche hanno assunto una dimensione consistente. Gli edifici sacri sono così diventati delle vere e proprie casse armoniche in grado di amplificare notevolmente, anche a livello universale, ciò che attraverso i riti viene prodotto entrando quindi in relazione con gli altri edifici sacri che impiegano le stesse modalità energetiche e che utilizzano le medesime forme esoteriche e metodiche costruttive. Queste forme, per la legge di risonanza, hanno un rapporto con gli archetipi geometrici presenti in natura e nell’Universo e, come insegnava Pitagora, possiedono una natura spirituale, quindi apportatrice di messaggi cosmici....
Fonte: http://www.mitiemisteri.it