martedì 3 maggio 2016

COSA SAPETE DI XIBALBA?

Xibalba: gli “inferi” dei Maya tra mito e realtà




“Luogo dell'orrore”: questo è il significato della parola Xibalba, che nella mitologia dei Maya Quiché indica il mondo sotterraneo governato dagli dèi della morte. Nel XIV secolo l'ingresso per Xibalba era ritenuto essere una grotta nei pressi di Coban, Guatemala. Più recentemente, un sistema di grotte scoperte nel Belize fanno ritenere che queste fossero il vero ingresso per il mondo degli inferi. Secondo i Maya, un altro accesso a Xibalba era la linea scura di separazione visibile nella Via Lattea.

Molte culture sul nostro pianeta tramandano di misteriosi mondi sotterranei governati da oscuri guardiani che sorvegliano le attività umane.
Il mondo infraterreno è di solito associato con l’oscurità, il male e la morte.
Uno degli esempi più significativi di questa idea è contenuta nella mitologia Maya Quiché, nella quale si menziona Xibalba, un mondo sotterraneo governato da dodici divinità conosciute come i “Signori di Xibalba”.
I Maya, tuttavia, non pensavano a Xibalba come ad un mondo metafisico o spirituale, ma come un regno fisico, posto sotto la superficie della terra e raggiungibile attraverso degli ingressi reali.
Nel XIV secolo, infatti, l’ingresso per Xibalba era ritenuto essere collocato in una grotta nei pressi di Cobán, Guatemala. Alcuni dei discendenti Quiché delle popolazioni Maya che vivono nelle sue vicinanze associano ancora quella stessa zona alla morte.

Descrizione

Xibalba è descritto nel Popol Vuh come un grande luogo sotterraneo costituito da una serie di strutture, prima fra le quali il Consiglio dei Signori di Xibalba. Inoltre, vengono menzionate le case dei signori, giardini e altre strutture che sembrano voler descrivere Xibalba come una grande città.
La strada che dalla superficie porta a Xibalba è descritta come costellata di trappole e ostacoli. Chi vuole accedere al mondo sotterraneo deve superare prima un fiume pieno di scorpioni, poi uno pieno di sangue e, infine, uno pieno di pus.
Dopo di che, ci si trova di fronte ad un crocevia composto da quattro strade parlanti, le quali hanno l’intento di confondere e ingannare i viaggiatori. Solo dopo aver superato tali ostacoli si arriva al cospetto del Consiglio di Xibalba, dove il primo dovere del pellegrino è quello di salutare i suoi Signori.

Tra mito e realtà

Nel 2008, un gruppo di archeologi ha scoperto un labirinto subacqueo composto di 14 grotte costellate di piramidi e templi. I ricercatori si chiedono se la struttura sotterranea abbia in qualche modo ispirato i miti dei Maya, oppure se sia avvenuto il contrario.
In una delle caverne, gli esploratori hanno trovato una strada lastricata di 90 metri che termina con una colonna. «Queste strutture erano probabilmente destinate ad un rituale molto elaborato», spiega Guillermo de Anda al National Geographic. «Tutto era legato alla morte, alla vita e al sacrificio umano».
L’elemento più antico trovato dagli archeologi è rappresentato da un’imbarcazione risalente a 2 mila anni fa. Inoltre, sono stati trovati frammenti di terracotta databili tra il 750 e l’850 d.C.
«Queste grotte erano considerate l’accesso ad altri regni e sono legate alle tenebre, alla paura e a entità mostruose», continua de Anda, aggiungendo anche che il mito possa aver suggerito la costruzione dei templi.
William Saturno, esperto di Maya presso la Boston University, ritiene che la costruzione dei templi subacquei indichi un significativo sforzo per la creazione di questi portali. Oltre a immergersi in profondità per raggiungere le grotte, i costruttori dovevano trattenere a lungo il respiro per portare a termine il lavoro. Questo aspetto rappresenta un enigma tutto da spiegare.


La caduta di Xibalba.

Il regno sotterraneo di Xibalbà è descritto nel POPOL VUH, il poema religioso Maya. La radice fonetica della parola è xib – paura, terrore, tremare di orrore. I due gemelli (eroi culturali Maya) Hun e Vucub furono distrutti dai Signori di Xibalbà e in seguito furono soppiantati dai gemelli Hunaipù e Xbalanquè, che li vendicarono sconfiggendo i Demoni dei vari Livelli di coscienza del regno di Xibalbà. Anche in questa cultura abbiamo quindi l’ennesimo mito del confronto e sconfitta dell’Ombra, con la relativa mitopoiesi.
Hun e Vucub, i primi due gemelli, erano orgogliosi e grandi giocatori di palla e si addestravano spesso in questo gioco; ma un giorno il rumore venne a noia ai Signori di Xibalbà che ordinarono loro di scendere negli Inferi a giocare. I due gemelli andarono e furono presi prigionieri e dopo molte torture furono sacrificati e sepolti. Ma sul terreno della sepoltura nacque un albero carico di teschi come frutti e uno di quei frutti era la testa di Hun, sottoforma di teschio. Arrivò in quel luogo la figlia di uno dei Signori dell’Inferno, Xquic,la Donna di Sangue, che attirata dalla forma del frutto ne volle raccogliere uno. Mentre allungava la mano sul suo palmo colò un po’ di saliva dal teschio di Hun. E così restò incinta di due Eroi Gemelli. Quando la gravidanza cominciò a notarsi, il padre ordinò a quattro messaggeri di portarla nei boschi e sacrificarla, nonchè di riportargli il suo cuore affinché fosse bruciato.

Xquic convinse i messaggeri a lasciarla andare e loro portarono al padre un altro cuore chiuso in una zucca. Così lei fuggì dal sottosuolo e diede vita ai due Eroi Gemelli, che diventati adulti decisero di discendere nell’oltretomba e vendicare i propri genitori; alla fine di lunghe prove attraverso la casa del Buio, la Casa dei Coltelli, quella del Freddo, dei Giaguari, del Fuoco e dei Pipistrelli, sconfissero i Signori di Xibalbà. Infatti questi ultimi assistendo più volte alla loro resurrezione dopo essere stati uccisi in vari modi, invidiosi chiesero di essere sacrificati e di essere resuscitati. I due Eroi Gemelli li uccisero e li lasciarono morti. Poi i Gemelli si alzarono nel cielo e diventarono il sole e la luna. 
Un’altra versione narra che la testa di Hun fosse appesa come trofeo ad un albero e che si trasformò in una zucca. La sua saliva (cioè il succo della zucca) impregnò la figlia di uno dei Signori di Xibalbà, Xquic (La Donna di Sangue). La ragazza fuggì, abbandonando il sottosuolo e partorì i due gemelli.
  
Fonte:  http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/03/03/xibalba-gli-inferi-dei-maya-tra-mito-e-realta/ 
https://lospecchiodieva.wordpress.com/2015/10/16/la-caduta-di-xibalba/

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