martedì 17 maggio 2016

DOVE SI TROVA L'ANIMA? GLI SCIENZIATI HANNO SCOPERTO DOVE...

Un team di scienziati del Centro Ricerche di Neuroscienze dell’Università di Cambridge, non solo hanno dimostrato l’esistenza dell’anima, ma anche identificato la regione del cervello in cui si trova.



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Il team di neurologi, diretto dal Dr. James Edward Monroe e il Dr. Waheed Langhani, ha trascorso gli ultimi tre anni a studiare migliaia di scansioni ottenute con una tecnologia chiamata Risonanza magnetica nucleare funzionale o fMRI, che consente di vedere le immagini del cambiamento di flusso sanguigno nel cervello, associato con attività neurale. Ciò consente alle immagini di essere generate e che riflettono le strutture cerebrali, attivate poi durante l’esecuzione di varie operazioni, contribuendo a determinare i vari usi di ogni struttura all’interno del cervello.



Il Dr. Monroe e il Dr. Langhani speravano di studiare una piccola e incompresa ghiandola endocrina, chiamata ghiandola pineale che si trova nell’epitalamo, vicino al centro del cervello.  Mentre l’equipe di medici ricercatori studia le numerose scansioni fMRI, hanno notato che ogni volta che si chiedeva ad un paziente di pregare o meditare, l’attività cerebrale improvvisamente si concentrava intorno all’epitalamo, più specificamente nella ghiandola pineale.

Dopo la prova completa e di indagine, sono stati in grado di determinare che la piccola ghiandola endocrina, era il centro di tutti i pensieri e le credenze spirituali e religiose, all’interno del cervello e che agisce come sede di attività spirituale che riceve le informazioni e invia di “ordini” per le altre strutture del cervello, quindi di conseguenza influenzando l’attività neurovegetativa ma anche il corpo. Le funzioni esatte della ghiandola pineale e la natura del rapporto tra “l’anima” e il corpo rimane chiaro, tuttavia, poiché il livello estremamente intenso dell’attività cerebrale e la sua concentrazione, può rendere i dati più difficile da analizzare.



Intervistato dai giornalisti, il professor Monroe ha detto: “In primo luogo abbiamo notato che quando i pazienti hanno cominciato a pregare, la ghiandola pineale divenne completamente iperattiva. Questo sembrava davvero insolito, dal momento che questa ghiandola è conosciuta per avere un livello basso e costante di attività. Siamo finalmente in grado di determinare che ogni volta che un paziente ha pregato, meditato o anche leggere un libro sacro, l’attività cerebrale è stata chiaramente incentrata sulla ghiandola pineale e il talamo. C’è così tanta attività nel cervello ma soprattutto concentrata nella ghiandola pienale, che a volte.. quasi brilla sui nostri scanner, ed è difficile vedere esattamente cosa sta succedendo”.


Chiamata Atman dagli antichi filosofi indiani, psiche dal greco e anima dai Romani, il concetto di “anima umana” è di almeno 5000 anni fa, e la ricerca per la sua posizione risale alla consapevolezza di tale entità. Molti la considerano immortale, postulando la morte per essere la conseguenza della partenza dell’anima dal corpo.  Molte tradizioni religiose e le teorie scientifiche hanno associato in passato, l’anima con la ghiandola pineale, ma questa è la prima volta nella storia, che si possa avere una prova scientifica relativa ad un collegamento mai trovato prima

 
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Il filosofo del XVII secolo e scienziato Cartesio, che è stato molto interessato all’anatomia e alla fisiologia, considerava la ghiandola pineale come “la sede principale dell’anima e il luogo in cui si formano tutti i nostri pensieri.” Nel 1950, il lavoro di Cartesio ‘ha ispirato il lavoro di un neurochirurgo inglese, il dr. Frederick Gibbs, che ha anche legato al fatto che Hitler aveva una ghiandola pineale atrofizzata, dovuto al fatto che era calcificata. Gli effetti di calcificazione sono la depressione, l’ansia, bulimia/anoressia, schizofrenia e altre forme di malattia mentale, riscontrate appunto nel dittatore tedesco. La calcificazione nella ghiandola, ha anche la facoltà di interrompere la secrezione di melatonina, chiamato ormone del sonno, è meglio conosciuto come la regolazione centrale ormone di ritmi cronobiologici.

Per gli studi finora condotti, la Ghiandola Pineale si configura come una struttura ricetrasmittente tra l’energia del Punto Zero e il corpo che la contiene; sicuramente in futuro si scoprirà che le sostanze prodotte dalla Ghiandola Pineale sono quei farmaci che andranno a sostituire psicofarmaci, chemioterapici, fino ad acconsentire di rientrare in quegli stati di coscienza in cui i mistici incontrano Dio.

C'è un terzo occhio dentro la tua testa. A cosa serve ?
La ghiandola pineale o epifisi è una ghiandola endocrina delle dimensioni di una nocciola, sporge all'estremità posteriore del terzo ventricolo. Essa appartiene all'epitalamo ed è collegata mediante alcuni fasci nervosi pari e simmetrici (peduncoli epifisari), alle circostanti parti nervose. Le sue cellule, i "pinealociti" producono la melatonina che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, reagendo alla poca luce.






Tutti gli esseri umani hanno un cosiddetto occhio 'addizionale' (inutilizzato) dentro i loro cervelli. Ha una struttura simile agli occhi esterni, con tessuti retinici e una propria sensibilità alla luce.
Quest’occhio, conosciuto come ghiandola pineale o corpo pineale, è stato oggetto di numerosi dibattiti, sia in filosofia che in medicina. Ecco qua alcune delucidazioni sul ruolo svolto dall’occhio nel tuo cervello, partendo dalla funzione di «terzo occhio» che può percepire cose che non possiamo vedere con gli occhi esterni, fino al ruolo di produrre melatonina ed altro.
(detta anche corpo pineale, epifisi cerebri, epifisi o “terzo occhio”) è una piccola ghiandola endocrina nel cervello dei vertebrati.
Essa produce la melatonina, derivato della serotonina, un ormone che influenza la modulazione di veglia/sonno e le funzioni dei modelli stagionali.
La sua forma assomiglia ad una piccola pigna (da cui il nome), e si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi, nascosta in una scanalatura in cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo.
http://www.karmanews.it/1599/i-segreti-della-ghiandola-pineale/
La Ghiandola pineale produce ciò che e' comunque conosciuto come DMT, sostanza in grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali.
Ciò accade di notte durante i sogni, quando la Ghiandola pineale e' maggiormente attiva. Apparentemente, ad oggi non si da' molta importanza al terzo occhio come in passato ciò ha portato ad atrofizzare graduale di tale organo ed alla perdita di valori "obsoleti" quali la spiritualità, l'amore per il prossimo ma ciò coincide "incredibilmente" anche con un rimbambimento delle masse.

In ogni essere umano la Ghiandola Pineale o terzo occhio può essere attivato a frequenze del mondo spirituale e vi permette di avere il senso della conoscenza del tutto, dell’euforia divina e dell’unità intorno a voi. La ghiandola pineale, una volta sintonizzati su frequenze proprie con l’aiuto della meditazione, yoga o vari esoterici metodi occulti, permette ad una persona di viaggiare in altre dimensioni, popolarmente conosciuti come viaggio astrale o proiezione astrale o visione remota.Con la pratica avanzata e i metodi antichi è anche possibile controllare i pensieri e le azioni di persone nel mondo fisico. Sì, è bizzarro, ma gli Stati Uniti, i governi dell’ex Unione Sovietica e le varie organizzazioni occulte hanno fatto questo tipo di ricerca per età e hanno avuto successo ben oltre la nostra immaginazione.

La Ghiandola pineale è rappresentata anche dalla Chiesa Cattolica Romana, ecco nell’immagine il “cortile della pigna” nei Musei Vaticani.


Le società antiche, cosi come gli Egizi e Romani, ne conoscevano i benefici e l’hanno esemplificato nelle loro vaste simbologie contenenti il simbolo di un occhio.
Un riferimento alla ghiandola pineale è anche sul retro della banconota da un dollaro negli Stati Uniti con quello che viene chiamato “occhio che tutto vede”, che si riallaccia alla capacità di un individuo (o gruppo di individui) di utilizzare questa ghiandola per andare verso l’altro lato (nel mondo spirituale) e, eventualmente, controllare i pensieri e le azioni di persone nel mondo fisico sapendo cosa stanno pensando in ogni momento nel nostro mondo fisico.

Varie ricerche condotte fino ad oggi confermano che ci sono alcuni periodi nella notte, tra l’una e le quattro del mattino in cui vengono rilasciate sostanze chimiche nel cervello che provocano sentimenti di connessione alla propria fonte superiore.

Raffigurazione Egizia del "terzo occhio", la ghiandola pineale, da dove si secreta (segreto) l'olio dell'unzione = il cristos !

 
COME STANNO UCCIDENDO la NOSTRA GHIANDOLA PINEALE




Alla fine degli anni ’90, uno scienziato di nome Jennifer Luca realizza il primo studio sugli effetti di fluoruro di sodio sulla ghiandola pineale. E determina che la ghiandola pineale, situata al centro del cervello, è stata un obiettivo per fluoruro.
La ghiandola pineale semplicemente assorbe più fluoro rispetto a qualsiasi altra parte fisica del corpo, anche le ossa. La ghiandola pineale è come un magnete per il fluoruro di sodio. Questo calcifica la ghiandola e ne blocca la fondamentale funzione di bilanciare gli interi processi ormonali nel corpo.Varie ricerche sul fluoruro di sodio hanno dimostrato che esso va ad accumularsi proprio nella pineale, che di gran lunga è la ghiandola più importante nel cervello. Il fluoro è l’unica sostanza in grado di attaccare il centro più importante del cervello.
Il Fluoruro è di sodio è prevalente negli alimenti, nelle bevande e nell’acqua potabile e da bagno: è messo nel 90% delle acque.
I filtri per l’acqua che si acquistano nei supermercati non tolgono il fluoro dall’acqua. Solo la distillazione e il processo di osmosi inversa è in grado di farlo. Il modo più economico per evitare il fluoruro è quindi quello di acquistare un distillatore d’acqua.
Il Fluoruro di sodio è nel nostro approvvigionamento di acqua, cibo, pepsi, coke e letteralmente instupidisce le masse.
Il fluoruro è stato introdotto in acqua dai nazisti e dai russi nei loro campi di concentramento per rendere la popolazione del campo docile e non in discussione con le autorità.

Ecco una citazione …
“Non credere in qualcosa semplicemente perché l’hai sentito. Non credere in qualsiasi cosa semplicemente perché se ne parla da parte di molti. Non credere in qualsiasi cosa semplicemente perché si trova scritto nei tuoi libri religiosi. Non credere in qualsiasi cosa soltanto per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani. Non credere nelle tradizioni perché sono state tramandate per molte generazioni. Ma dopo l’osservazione e l’analisi, quando scopri che qualcosa è d’accordo con la ragione e favorisce il bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi su di essa.“ (Buddha)
La Ghiandola Pineale è quindi un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di cono (quindi potrebbe ricordare una minuscola coppa, il Graal), situata alla base del nostro cervello (quindi dentro di noi).
Secondo le filosofie orientali, nella sua piena attività produce 972 sostanze ed ormoni; l’interezza di questa produzione corrisponde a quella del liquido dell’immortalità del Graal, ambrosia o amrita, il nettare degli dei, cioè quella sostanza capace di cambiare il codice genetico, provocando un’azione opposta a quella dei malefici peptidi ipotalamici (neuroumori) creati a seguito di stress emozionale.
È noto nella tradizione mistio-religiosa, che chi beve dal Graal ottiene l'eterna giovinezza, la guarigione da tutte le malattie e l'illuminazione; la Ghiandola Pineale è il nostro Graal fisiologico e possiamo "bere" da essa un liquido di questa portata, se la programmiamo in merito.
Scrive Laurence Gardner in "Il Regno dei Signori degli Anelli" (Newton Compton Editore) "... la melatonina esalta e rafforza il complesso del sistema immunitario del corpo, accresce la produzione di energia fisica alzando il livello di sopportazione della fatica, regola la temperatura interna contribuendo a un'ottimale gestione del sistema cardiovascolare ed è per eccellenza la sostanza antiossidante del corpo, con effetti evidenti sui meccanismi antinvecchiamento e sulla mente, sviluppando facoltà paranormali".
Ecco che bere dal Graal significa attingere dalla natura più profonda del Sé e ciò si manifesta nel corpo come secrezioni contenenti melatonina e tante altre sostanze della Ghiandola Pineale; il risultato, a certi livelli, è l’immortalità" (effetto antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e "l'illuminazione" (aumento delle facoltà paranormali, dell'intuizione e altro). Il piccolo cono, dunque, come la coppa del Graal, elargisce questo succo miracoloso.
Bere dal Sacro Graal non è quindi un fatto fisico, cioè bere dalla più famosa e introvabile delle reliquie, ma rappresenta l'acquisizione di un elevato stato di coscienza che produce specifici effetti biologici nel corpo, al punto che il corpo beve dalla Ghiandola Pineale finalmente libera di essere.
Una caratteristica da tener presente deriva dall’attenta osservazione di una procedura delle Scuole Iniziatiche: costringere gli Studenti a soggiornare almeno tre giorni in una grotta al buio più assoluto in quanto la Pineale non si attiverebbe subito al massimo delle sue possibilità.
L’ipotalamo è una zona del cervello che esercita un controllo su importanti funzioni di sopravvivenza, come l’equilibrio idrico, la temperatura del corpo, l’assunzione del cibo, i cicli sessuali e circadiani, la pressione arteriosa, l’increzione dell’ipofisi e molto altro. Purtroppo l’ipotalamo sollecitato dalle emozioni, è capace di vivere di vita propria e, da collaboratore della Ghiandola Pineale, diviene direttore d’orchestra, con la complicità dell’ipofisi, per mezzo del meccanismo dell’HPA.

Lo stress ha effetti negativi innanzitutto sulla Pineale e, poiché la Pineale può essere considerata l’estremità superiore del Sistema Simpatico, questo porta squilibrio del SNA (sistema nervoso autonomo). L’attività della Pineale, a causa del meccanismo HPA emozionale prevalentemente in azione con progressiva produzione di ormoni surrenali, si riduce sempre più fino a spegnersi e a una certa età si può rilevare ai raggi X che la ghiandola letteralmente si calcifica. In questo modo si vive in una condizione di stress che sembra invece un vivere normale. A quel punto, visto che la neuro-psico modulazione è inibita, l’organismo cerca di proseguire nella sua esistenza per mezzo del livello più basso di regolazione, quello tanto caro agli psichiatri: i neurotrasmettitori.

I neurotrasmettitori sono sostanze liberate anche dalle terminazioni nervose quando il segnale sta per esaurirsi per consentire la continuità del segnale. Per la trasmissione dei segnali nervosi, il sistema si avvale, tra i più importanti neurotrasmettitori, di acetilcolina, dopamina, adrenalina, noradrenalina, serotonina, istamina, endorfine che agiscono sul SNC (sistema nervoso centrale) modificando lo stato elettrico delle cellule cerebrali le quali, a loro volta, modificano l’attività fisiologica degli organi.

Endorfine, enkefaline e dinorfine sono neurotrasmettitori oppioidi e l’endorfina è sempre stata fatta rientrare nella chimica del piacere; in realtà queste sostanze sono semplicemente sostanze analgesiche, morfino-simili.
C’è infatti da fare una differenziazione tra il piacere egocentrico e il piacere cristocentrico (divino), intendendo il primo, come quel picco emozionale derivante dal raggiungimento di uno scopo della personalità, quale può essere la riuscita rapina in banca, ma il piacere divino, quello derivante non da uno scopo egocentrico, cioè solo fine a sé stesso, ma cristocentrico, che arreca piacere anche alle situazioni collegate alla persona, è definibile come chimica della gioia e trova come suo modulatore la molecola dell’anandamide, dal termine sanscrito “ananda” usato per intendere beatitudine.
Tale molecola è prodotta solo quando i sistemi oppioide e cannabinoide sono in perfetto equilibrio.

Le endorfine sono rintracciabili, prevalentemente, nell’ipofisi e nell’ipotalamo. L’euforia che si nota negli innamorati (che non risponde necessariamente all’amore divino tra gli esseri) può essere dovuta proprio all’aumento delle endorfine circolanti così come anche tutte quelle attività che la gente, in quanto branco, ricerca al fine di trovare il piacere: gioco d’azzardo, cinema, teatro, fumo, mettono in moto il sistema endorfinergico, comprese le attività religiose, il nuoto o lo jogging, motivo per il quale molta gente si dedica a esse in modo abituale.

Qualsiasi tipo di dipendenza, farmacologica o meno, dà luogo alla produzione di una proteina chiamata delta-FosB; questa è una proteina molto stabile che può rimanere nel cervello per mesi dopo la cessazione dell’esposizione e la sua persistenza risiede nella particolare stabilità molecolare. Questa proteina crea danni nel sistema di trascrizione dell’RNA; errori di trascrizione sono alla base di alterazioni dei tessuti dell'organismo, dello sviluppo di malattie, di cambiamenti comportamentali e della distruzione della chimica del piacere a livello dopaminergico e del glutammato.

Ripetiamo che qui stiamo parlando di attività in cui la gente trova picchi emozionali perché sa di potersi divertire e quindi non sono manifestazioni che provengono da dentro: si sa già come va a finire, a differenza del rendere conosciuto il nostro Sconosciuto, il nostro Divino sempre nuovo. Una canzone, a tal proposito, recitava: “Sono fuori dal tunnel del divertimento…” visto che si dice allo stesso modo quando si esce dalla droga.

Quando invece tali passioni vengono raggiunte per mezzo di vere spinte interiori, il risultato non sarà analgesico dovuto a produzioni cerebrali oppioidi, ma rigenerante, per produzione di sostanze date dall’equilibrio oppioide-cannabinoide che sfociano, appunto, anche nell’anandamide.
La mente puo' essere il più astuto dei nostri nemici che, pur di sopravvivere, mette in atto numerosi stratagemmi gratificanti (endorfine) come la ricerca spirituale, l’aspirazione alla virtù o alla santità. Fin quando il nostro piacere sarà in termine di endorfine, la piena attività regolatrice della Pineale ci è preclusa.

All'interno della Ghiandola pineale scorre acqua, che con il passare del tempo calcifica. Questo porta ad una atrofizzazione della Ghiandola. Tale processo di calcarizzazione ed atrofizzazione viene accelerato prevalentemente a causa dell'alimentazione moderna:in particolare con l’uso dei composti di Fluoro usati come additivi nelle acque, bevande, alimenti e presidi medici comuni, come i dentifrici bibite gassate, acqua fluorizzata, zuccheri raffinati.
La Ghiandola pineale si attiva e si "decalcifica" di notte, con l'oscurità e con il sonno, pertanto per riattivare tale organo atrofizzato, nella maggior parte della gente sono necessarie queste due azioni: dormire e meditare.
Una delle caratteristiche della naturale ed antica tecnica dell'Urino terapia e' quella di stimolare, nutrire e garantire il perfetto funzionamento della ghiandola pineale.

GALENO il GRECO AFFERMA CHE È SOLO una GHIANDOLA
Nella seconda metà del secolo, il promettente fisico greco Galeno di Pergamo fu il primo a descrivere la ghiandola pineale.
Affermò che, come le altre ghiandole, la sua funzione era quella di aiutare i vasi sanguigni.
Egli respinse il pensiero più comune al tempo, dicendo: alcuni pensano che il corpo pineale regoli il passaggio dello pneuma psichico (un materiale che si pensa essere il veicolo delle sensazioni) proprio come l’esofago regola il movimento del cibo fino allo stomaco. Il modo di vedere di Galeno rimase indiscusso per molti secoli.

CARTESIO DICE che e' la  SEDE dell''ANIMA e del PENSIERO
Il corpo pineale giocò un ruolo importante alla fama di un filosofo francese del 17° secolo, Renato Cartesio.
Cartesio lo vide come l’origine del pensiero. Disse che quella è la sola zona del cervello ad essere unica, non duplicata all’interno del cervello. Disse che, perciò, quello doveva essere il posto dove sono centralizzate tutte le informazioni, un posto dove la nostra coscienza può lavorare sulle informazioni concentrandole, e da dove la nostra coscienza può inviare tutti i messaggi al resto del cervello e al resto del corpo.
«Dato che quella è l’unica parte solida dell’intero cervello, deve necessariamente essere la sede del buonsenso, cioè del pensiero » scrive in accordo con l’Enciclopedia Filosofica di Stanford.
La deduzione sull’ubicazione del corpo pineale all’interno del cervello era sbagliata, ma la descrizione di Descartes sulla sua singolare natura era corretta. Questo suo punto di vista è stato poi ripreso in molte discipline spirituali.
In alcune filosofie orientali, il corpo pineale si allinea proprio con la posizione del Chakra della corona, un punto fondamentale per arrivare alla coscienza e all’illuminazione di alto livello oppure alla comprensione dei regni superiori.



Il TERZO OCCHIO
Molti hanno associato il corpo pineale con il terzo occhio conosciuto nelle religioni e nelle pratiche spirituali.
In un libro autobiografico scritto del lama tibetano Lobsang Rampa nel 1950, intitolato "Il terzo occhio", Rampa descrive come il suo terzo occhio fu chirurgicamente aperto da dei professionisti di una scienza esoterica tibetana.
L’editore scrive nella copertina del libro che loro avevano presentato la trascrizione di quasi venti esperti e che "le loro opinioni erano cosi contraddittorie che non emerse nessun risultato positivo. Qualcuno ebbe dei dubbi sull'accuratezza di una sezione, alcuni su un'altra. Ciò che era messo in dubbio da un esperto veniva accettato senza discutere da un altro".
Hanno scritto: "Possiamo percepire che qui e là si superano i limiti delle credenze occidentali, anche se il modo di vedere occidentale qui difficilmente può essere decisivo".
Gli editori continuano: "Lobsang Rampa ha fornito la prove di essere laureato in medicina all'Università di Chungking e in quei documenti viene descritto come un Lama del Monastero Potala di Lhasa. Le numerose conversazioni personali che abbiamo avuto con lui hanno provato che egli è un uomo con un inusuale potere e con inusuali risultati ai test".
Rampa descrive come fu operato chirurgicamente al di sopra della radice del naso, dove si pensa ci sia il passaggio del terzo occhio, o ghiandola pineale. Successivamente ottenne abilità speciali di percezione che non aveva prima.



E' il CENTRO di PRODUZIONE della MELATONINA
Nel 1950 gli scienziati scoprirono che il corpo pineale, che si pensava avesse funzioni rudimentali, possedeva anche una funziona percettiva. Rileva la luce e produce melatonina.
La melatonina è la sostanza che influenza la riproduzione e il sistema immunitario oltre ad essere un antiossidante, perciò può effettivamente combattere il cancro e ridurre gli effetti dell’invecchiamento. Il corpo pineale produce melatonina in un ambiente illuminato, mentre ferma questa produzione negli ambienti bui.
Qualcuno suppone che sia proprio il corpo pineale il centro di controllo principale nel cervello. Elabora le informazioni esterne e controlla i ritmi importanti nel corpo.
Come per molte altre parti del cervello umano, l'avere una conoscenza definitiva sul corpo pineale è ancora un sogno lontano.

Ricordiamo che la Ghiandola Pineale fu scoperta più di 2300 anni fa dai medici greci Erofilo ed Erasistrato, fondatori della grande Scuola Medica di Alessandria d’Egitto. Dopo di loro, Galeno la considerò una struttura rientrante nelle ghiandole linfatiche e solo alla fine del 600 Cartesio (Descartes) le fornisce una corretta collocazione.
Nella sua opera “Discorso sul metodo”, divide la realtà in “res extensa“ e “res cogitans“. La prima rappresenta la realtà fisica che è estesa, limitata e inconsapevole, la seconda è la realtà psichica cui Cartesio attribuisce le qualità di inestensione, libertà e consapevolezza.
Queste due realtà sono molto eterogenee e fondamentalmente non possono interagire creando così un dualismo: come può cioè l’uomo agire fisicamente (res extensa) secondo libera volontà (res cogitans). Cartesio affronta la cosa in questi termini: qual’è il punto dove nell’uomo possono interagire i due aspetti res cogitans e res extensa ?
Fu così che si spinse a considerare l'epifisi come l'organo dove l'anima immortale (res cogitans) si incontra con il corpo mortale (res extensa); si convinse di ciò a seguito della constatazione che dal momento che, dal momento che l’unica parte del cervello a essere singola e unitaria (non divisa e sdoppiata nei due emisferi) era la Ghiandola Pineale o conarium, non poteva essere che lei il punto di interazione. È importante sottolineare che Cartesio non sosteneva che l’anima fosse contenuta nel conarium, ma che questo non fosse altro che il semplice punto di interazione; da questo assunto i medici dell’epoca associarono le calcificazioni della Ghiandola Pineale a gravi turbe psichiatriche e alla follia pura, precedendo di 300 anni l’attuale Scienza.

La Ghiandola Pineale non mai ricevuto grande attenzione dalla medicina occidentale ufficiale che si è per lungo tempo limitata a relegarla nell’ambito di struttura che si atrofizza dopo la pubertà e comunque di incerta e non prevalente funzione, ma certamente endocrina. È stata considerata, fino qualche decennio fa, come un organo pressoché superfluo giunto all’uomo dai rettili in miliardi di anni di evoluzione.
Sappiamo che fin dall’inizio degli anni ‘50 del secolo scorso, alcune sostanze a funzione neuro-endocrina (neurotrasmettitori/ormoni) prodotti dal cervello furono scoperti da scienziati che lavoravano in ricerche segretissime finanziate dai poteri politici, economici e militari. I finanziamenti per la ricerca pubblica in campo Pineale sono sempre stati avversati in quanto si trattava di ”struttura minimale e priva di importanza“. Probabilmente i detrattori pubblici di queste ricerche finanziavano occultamente gli studi in alcune fondazioni e università.
In tali ricerche vennero tracciate le basi della anatomia e della fisiologia della visione a distanza, della telepatia, telecinesi e psicometria, ottime armi per agire a tutto campo senza disturbo e senza lasciar traccia.
Negli anni “60, grazie agli studi “coperti” sullo sciamanesimo, si intuì il funzionamento di alcuni poteri nascosti della mente.
Fu scoperto che l’assunzione di alcune piante usate nei rituali degli sciamani, rendeva il cervello non solo in grado di “osservare“ un più ampio spettro della realtà (la grande visione degli sciamani), ma capace di modificare l’ambiente e il corpo fisico e tali effetti e fenomeni erano riproducibili in altri soggetti dopo l’assunzione delle medesime piante.
Questo poteva forse significare che l’allucinazione dello sciamano sotto gli effetti di queste piante fosse reale quanto la realtà dello stato di veglia ? Dato che il sogno dello sciamano poteva predire, modificare o annullare effetti materiali, tale allucinazione-sogno poteva in un certo senso significare che:
Alcune sostanze chimiche, derivati indolici (allucinogeni) in particolare, inducono il Sistema Nervoso Centrale a incrementare la propria “coerenza quantistica“ con creazione di un’onda pilota che innesca “l’effetto osservatore“. In altre parole, l’atto di osservazione effettuato durante questo stato è tale che l’ambiente stesso perda le caratteristiche spazio-temporali osservate durante lo stato beta (stato di veglia comune) e possa stabilizzarsi in uno stato energetico consono all’onda pilota dell’osservatore.
Tale riassetto energetico “osservatore indotto” detto in fisica quantistica “effetto osservatore” possibile in uno stato di coerenza cerebrale che avviene durante un modalità particolare di coscienza che è lo stato theta (così chiamato per la presenza di onde lente 4-15 cicli\secondo), chimicamente indotto, provoca un riassetto molecolare con cambiamenti ambientali percepibili nello stato di veglia comune (stato beta).
Le percezioni di soggetti distanti tra loro possono interagire, con crollo della definizione di realtà, arrivando a intendere per essa un’allucinazione di massa.
Il mistero della “grande visione” degli sciamani, della intercomunicazione e interazione tra le menti, dell’effetto osservatore è possibile che sia contenuto in alcune sostanze vegetali che vengono captate dai recettori presenti in talune cellule del SNC umano producendo gli effetti descritti. Ma per quale ragione “madre natura“ doveva fornire il SNC umano di recettori per sostanze che stanno in strutture vegetali? La risposta ovvia è che tali sostanze siano, per struttura molecolare, quasi identiche a sostanze immesse da ghiandole neuroendocrine umane, i neuro ormoni e i neurotrasmettitori che siano riconosciuti dagli stessi recettori e da essi vengano captati e producano i loro effetti come se fossero sostanze engogene (disponibili a volontà). Si produce cioè per via esogena (mediante somministrazione di neurotrasmettitori) quello che avviene per via endogena e fisiologica durante il sonno profondo e negli stati definiti “mistici spontanei”.
https://armysoftport.wordpress.com/2013/08/16/che-cose-la-ghiandola-pineale-a-cosa-serve-qui-ci-sono-degli-studi/

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Tratto da vari siti web
http://www.mednat.org
http://segnidalcielo.it/

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