Un animale davvero difficile da interpretare. E se fosse un percorso obbligato verso un tempio?
Un nuovo disegno è stato evidenziato sul terreno tra Nazca e Palpa, in Perù: è forse il più curioso e va ad aggiungersi ai 700 finora noti con il generico appellativo di linee di Nazca.
La scoperta è di un gruppo di archeologi giapponesi guidati da Masato Sakai, dell’università di Yagamata. Il disegno rappresenta un grosso animale, apparentemente maculato e con un numero spropositato (e dispari) di gambe e una grossa lingua penzolante da quella che sembra la bocca.
Un animale (immaginario?) ben diverso da quelli che hanno reso famosa Nazca, tra condor, colibrì, scimmie, pesci e altri disegni realistici realizzati, si pensa, tra il primo e il sesto secolo dopo Cristo. La maggior parte delle figure di Nazca vennero identificate a partire dal 1939, quando furono per la prima volta “intuite” da un pilota in volo.
Nel 2011, nella stessa zona è stato identificato un altro disegno e questo suggerisce che i due geoglifi siano all’interno di un percorso che portava a un luogo cerimoniale a Cahuachi.
La figura, tracciata nell’area nota come Pampa de Majuelos,
è lunga una trentina di metri: secondo Masato Sakai è stata disegnata
togliendo le pietre dal terreno, così da differenziare il colore del
suolo vergine da quello ripulito. «Era un metodo comune in Perù, ma
questa figura è più antica, dovrebbe risalire a 2000-2500 anni fa»,
afferma. Sarebbe dunque una delle più antiche.
La tecnica di disegno consiste nel creare delle trincee superficiali
asportando pietre e scavando fino a una profondità di 15 centimetri.
Tolte le pietre, per lo più di colore rossastro, e portando alla luce il
suolo sottostante (biancastro), i Nazca ottenevano il contrasto
sufficiente a fare risaltare le figure. Oggi le linee di Nazca sono Patrimonio dell’Umanità.
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