IL MEGLIO DELLA ASUS SCONTATO:
Dopo aver discusso sui viaggi spaziali, sui dispositivi e propulsori per spostarsi da un luogo ad un altro, oggi vedremo come a rendere più semplice e breve il viaggio, tra due punti dell'universo, saranno dei dispositivi in grado di creare un Wormholes.
I Wormholes, detti anche
Tunnel Spaziali (tecnicamente si dicono “Ponti
Einstein-Rosen”), sono delle ipotetiche conformazioni dello spaziotempo
in grado di creare una scorciatoia da un punto dell’universo a un altro, che
permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe
la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale.
Nell’immaginario comune,
un domani l’uomo potrebbe essere in grado di visitare gli angoli più remoti
dell’universo attraverso i wormholes.
Tuttavia, oltre ad
essere una comoda scappatoia per percorrere rapidamente le distanze cosmiche, i
tunnel spaziotemporali potrebbero avere anche un’altra applicazione.
Comunicazioni
Un fisico
dell’Università di Cambridge, il dottor Luke Butcher,
sostiene che teoricamente sarebbe possibile inviare un messaggio nel passato
attravero un wormhole, utilizzando impulsi di luce.
Sembra materia da
fantascienza, ma la teoria di Butcher si fonda sui calcoli di Albert Einstein.
I wormholes, infatti, sono una possibilità prevista dalla Teoria della
Relatività.
Il problema è che queste
gallerie spaziotemporali sono di breve durata, rendendo impossibile ad un
essere umano, o anche ad una singola particella di luce, di passarvi
attraverso. Tuttavia, lo studio di Butcher, pubblicato su arxiv.org,
suggerisce che alcuni wormhole sarebbero in grado di rimanere aperti abbastanza
a lungo da permettere l’incio di messaggi avanti e indietro nel tempo.
Lo studio prende in
considerazione quanto suggerito dal fisico Kip Thorne del California Institute
of Technology nel 1988, secondo il quale i wormholes potrebbero essere
mantenuti aperti attraverso l’utilizzo di un’energia negativa, sfruttando il
fenomeno noto come “effetto Casimir”.
Come spiegato da newscientist.com, la meccanica quantistica ci dice che il
vuoto dello spaziotempo è pieno di fluttuazioni quantistiche casuali, che
creano onde di energia.
Nel 1948, il fisico
olandese Hendrik Casimir, calcolò l’effetto su due lastre metalliche, poste
parallelamente a pochi micron di distanza, tra le quali era stato creato il
vuoto e che non erano soggette ad alcun campo elettromagnetico.
L’ipotesi di Casimir,
detta in termini un po’ grossolani, è che la regione tra le due lastre sia in
grado di ospitare meno particelle virtuali di quante ve ne siano nel resto
dello spazio. Lo spazio vuoto all’esterno delle lastre è, in un certo senso,
meno vuoto, di quello all’interno, e ha quindi una densità di energia maggiore.
Il risultato è una forza netta che tende a sospingere le lastre l’una contro
l’altra e che può essere misurata.
“Il mio approccio è
stato quello di capire se un wormhole, avendo una struttura tubolare, potrebbe
creare lo stesso effetto come le piestre”, spiega Butcher. “I miei calcoli
dimostrano che un wormhole è molto più lungo rispetto alla sua ampiezza, quindi
si può ottenere l’energia negativa creata dal suo centro. Non è la soluzione
ideale per mantenere stabile un tunnel spaziale, come avevo sperato, ma
significa che esso decade molto lentamente”.
Il wormhole rimarrebbe
aperto abbastanza a lungo da permettere di inviare un fotone attraverso di
esso. Dato che le estremità dei tunnel spaziotemporali possono esistere in
diversi punti del tempo, se la teoria del professor Butcher si rivela corretta,
il messaggio può essere trasmesso attraverso il tempo.
Come ammette il
ricercatore, questo è solo una fase iniziale dello studio: la conferma della
sua teoria richiede molto più lavoro. Gli scienziati, infatti, devono ancora
capire se un impulso di luce abbastanza grande per trasmettere un messaggio
significativo possa essere in grado di sgattaiolare attraverso il wormhole
mentre decade lentamente.
E, chiaramente, siamo
ancora molto lontani dal tradurre le equazioni teoriche in un’apparecchiatura
in grado di fare ciò che pensa Butcher.
Nel caso di viaggi...
I Wormholes sono come
due bocche collegate da un’unica gola.
Le bocche sarebbero
molto probabilmente sferoidali. La gola potrebbe essere un tratto rettilineo,
ma potrebbe anche avvolgersi intorno, prendendo un percorso più lungo.
La teoria della
relatività generale di Einstein prevede matematicamente l’esistenza di
wormholes, ma nessuno è stato scoperto fino ad oggi.
Nel corso del 1960, il
fisico John Wheeler ha introdotto il termine “wormhole” per descrivere questi
tunnel, illustrando la loro somiglianza con i fori fatti dai vermi nelle mele.
“Si immagini che
l’universo sia una mela, e che un verme viaggi sulla sua superficie. La
distanza tra due punti opposti della mela è pari a metà della sua circonferenza
se il verme resta sulla superficie della mela, ma se invece esso si scava un foro
direttamente attraverso la mela la distanza che deve percorrere per raggiungere
quel determinato punto diventa inferiore. Il foro attraverso la mela
rappresenta il tunnel spazio-temporale”.
Partendo quindi dal
presupposto che possano esistere realmente, un problema comunque resta.
Per ora per l’uomo sarebbe impossibile compiere viaggi come quelli di Interstellar.
Per ora per l’uomo sarebbe impossibile compiere viaggi come quelli di Interstellar.
Il primo ostacolo è la dimensione.
I wormholes primordiali sono previsti su livelli microscopici, di circa 10–33 centimetri.
Tuttavia, così come l’universo si espande, è possibile che alcuni possano
essere stati allungati a dimensioni maggiori.
Un altro problema deriva
dalla stabilità. I tunnel Einstein-Rosen sarebbero inutili per i viaggi, perché
crollerebbero rapidamente.
Tenerli aperti
richiederebbe l’inserimento di un energia particolare, vale a dire, l’energia
negativa.
L’energia negativa è
stata creata in laboratorio tramite effetti quantistici, ma non se ne potrebbe
mai ottenere abbastanza in grado di mantenere le mura del wormhole aperte.
Inoltre, wormhole
attraversabili quasi certamente non possono verificarsi in natura, ovvero,
dovrebbero essere creati da una civiltà avanzata, perché la nostra tecnologia
oggi non ne sarebbe in grado.
“Un'altra conseguenza che concerne il buco nero supermassiccio o buco bianco supermassiccio
per l'altra galassia, e che è completamente irrilevante quale delle 2 galassie
sia fatta di materia o di antimateria, le 2 galassie sono legate tra di loro ma
non si possono MAI toccarsi.
Questa configurazione galassia A – wormhole – galassia
B è un sistema stabile che sta in piedi da solo, ovvero le forze gravitazionali
dell'intero sistema fanno sì che il sistema non ha bisogno di un'altra galassia
e quindi di altra massa per essere attratta. Le forze gravitazionali della
galassia A si contrappongono alle forze gravitazionali della galassia B e il
wormhole è stabile.
In questa figura si hanno quindi più buchi neri e bianchi
legati rispettivamente ad altri corrispettivi buchi bianchi e neri con tanti
cunicoli che sono legati tra di loro, ovvero non esiste solo un cunicolo come in
figura ma diversi cunicoli che sfociano in altre galassie che sono quindi tutte
legate gravitazionalmente tra di loro.
Sono quindi possibili wormhole con le 2 estremità formate
da 2 buchi neri con 2 galassie di materia, quelle formate da 2 buchi bianchi
con 2 galassie di antimateria o quelli distruttivi formati da un buco nero e da
un buco bianco e rispettivamente con una galassia di materia e l’altra di
antimateria”
“...Ora se immaginiamo che se la densità della stella morente,
ormai diventata un buco nero, abbia dei valori così grandi capita che lo stesso
tessuto spazio-tempo si ROMPA e si forma un cunicolo VUOTO all'interno del buco
nero in rotazione.
Alla rottura del tessuto spazio-tempo non si ha più nessuna
caratteristica spaziotemporale e non valgono più le leggi della fisica. Il
cunicolo è una galleria di vuoto completo che possiede un’altra estremità terminante
in un altro buco nero e si ha così la formazione del wormhole.
Quindi il wormhole è costituito da due buchi neri uniti
da un cunicolo di vuoto assoluto totale, dove non si ha più nessun “attrito”
spazio-temporale e dove non esistono più parametri fisici, non esiste più
nessun concetto di massa, di velocità, di gravità perché lo spazio-tempo non
esiste più.
La lunghezza del cunicolo dipende dalla densità del nucleo
della stella.
Più grande è la densità del nucleo che l’ha creato più
lunga è la rottura del tessuto spazio-tempo e quindi più lungo è il cunicolo di
vuoto totale.
E’ come se avessimo una spugna – il tessuto spazio-tempo
– con dei fori all’interno che sono i wormhole. Se la materia dovesse entrare
nel buco nero attraverserebbe un cunicolo o una galleria di vuoto assoluto totale, e istantaneamente verrebbe catapultata
all’esterno dell’altro buco nero e quindi abbiamo essenzialmente una
"scorciatoia" da un punto dell'universo a un altro, che permetterebbe
di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a
percorrere la distanza attraverso lo spazio normale, perché non esiste più né
tempo né spazio.
Si noti che i viaggi sono possibili in tutte e due le
direzioni del wormhole...”.
Commento : Per il momento, e forse per sempre, questo
tipo di wormhole tra buchi neri sono assolutamente impraticabili (salvo nuove
scoperte), per cui è più probabile che dobbiamo ripiegare con i wormholes eventualmente
costruiti in base alle teorie di stringa o superstringa.
Whormhole da stringhe
Non occorre materia esotica (e quindi neanche di
energia negativa, difficile da produrre in grandi quantità e da maneggiare e
conservare) I wormhole ipotizzati in base alle superstringhe sono stabili
e possono essere costruiti con la materia normale, e
possono essere arbitraria mente grande.
Possiamo quindi concludere provvisoriamente che, constatata
la seria difficoltà attuale di sfruttare praticamente i wormhole galattici tra
buchi neri, sembrerebbe più accessibile l’altra possibilità, d’altronde ancora
del tutto teorica, di costruire wormhole con materia normale, stabili e della
grandezza che vogliamo, per esempio quanto basta necessaria per contenere una astronave
per viaggi spaziali, oppure più piccola per usi a livello terrestre (persone,
merci ecc.), cosa ovviamente più facile nella fase iniziale , allo spazio ci si
penserà in seguito.
Fa sorridere il fatto
che gran parte delle ricerche attuali sui wormholes si ispirano ad un film del
1997, Contact, tratto dall’omonimo romanzo del 1985 dell’astronomo Carl Sagan.
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